Chi è Satoshi Nakamoto, l’inventore dei Bitcoin

 Chi è Satoshi Nakamoto, l’inventore dei Bitcoin

Bitcoin

L’inventore dei Bitcoin si chiama Satoshi Nakamoto. O, per essere più precisi, dice di chiamarsi così. O, per essere ancora più precisi, diceva di chiamarsi così, visto che di lui non si hanno notizie ufficiali da anni. Quel che è certo è che Nakamoto è stato il primo a dare sviluppo alla blockchain, anche se non è stato lui a inventarla: vari esperti di crittografia l’avevano già abbozzata. Il mistero attorno all’identità di Sakamoto è tale che ancora oggi non si sa se quel nome e quel cognome corrispondano a una sola persona o non celino, invece, un gruppo di più individui che hanno deciso di ricorrere a uno pseudonimo con l’intento di non far conoscere la propria identità.

Che fine ha fatto Satoshi Nakamoto

Lo sviluppo dei Bitcoin si è potuto avvalere della competenza e del supporto di Nakamoto fino al mese di dicembre del 2010, quando sul forum di Bitcoin Talk, che rappresenta una delle colonne portanti della comunità crypto, sono terminate tutte le sue attività. Fino a quel momento Nakamoto era intervenuto con una certa frequenza e aveva condotto il progetto fornendo la propria versione e le proprie opinioni a proposito di una valuta decentralizzata. Dopodiché Nakamoto non si è più fatto rintracciare online, mentre il progetto è proseguito ed è stato sviluppato con l’impegno del gruppo di programmatori Bitcoin Core. Sono loro che, ancora oggi, proseguono negli aggiornamenti e si dedicano al miglioramento della blockchain e del codice di Bitcoin. 

Le tracce lasciate da Nakamoto

Ovviamente la storia di Nakamoto è diventata molto più intrigante e appassionante per i media nel momento in cui i Bitcoin hanno iniziato a raggiungere una certa diffusione. A quel punto gli esperti si sono dedicati a prendere in esame i diversi reperti che il creatore – o i creatori? – della moneta virtuale ha lasciato dietro di sé. Non molti, a dir la verità, eccezion fatta per i quasi 600 messaggi che Satoshi ha lasciato su vari siti che si occupano di protocollo peer to peer, di monete virtuali, di crittografia e di Bitcoin. Oltre a ciò, c’è da prendere in considerazione il white paper, vale a dire il documento in cui per la prima volta è stata illustrata la tecnologia alla base del Bitcoin e sono state descritte le caratteristiche della Blockchain. Un’altra preziosa testimonianza è rappresentata dai messaggi di posta elettronica che Nakamoto ha scambiato con lo staff di sviluppatori della criptovaluta; per altro queste mail sono state rese note unicamente dopo che Satoshi è sparito.

Gli altri indizi

Ci sono, poi, altri due indizi che vale la pena di valutare. Il primo è il codice sorgente della versione iniziale del client di Bitcoin, che consiste nella traduzione dalla teoria alla pratica di quanto è riportato sul white paper: un prototipo che dimostrava, agli esordi, le funzionalità della tecnologia di Bitcoin. Il secondo, invece, consiste nel blocco iniziale della blockchain, dove per di più è presente un messaggio misterioso ricavato dalla prima pagina di un giornale inglese del 3 gennaio del 2009.

Nakamoto è giapponese?

Per quanto nome e cognome lascino ipotizzare origini giapponesi, più di un analista ha pensato che in realtà l’inventore del Bitcoin sia di madrelingua inglese, e in particolare del Regno Unito. Lo si dedurrebbe da vari termini scritti in inglese britannico, oltre che dalla storia del quotidiano inglese a cui abbiamo accennato poco sopra. Inoltre, dando un’occhiata agli orari in cui Nakamoto scriveva sui forum si può pensare che egli seguisse il fuso orario europeo, sempre che non fosse nottambulo, ovviamente. Il livello culturale dell’inventore dei Bitcoin è ritenuto piuttosto alto, almeno stando a ciò che si può intuire dalla scarsità degli errori e dall’uso di vocaboli piuttosto ricercati. La competenza tecnica, a sua volta, è decisamente elevata, comprendendo la conoscenza di protocolli di crittografia alquanto complessi e vari linguaggi di programmazione. Nakamoto si è palesato a cinque anni di distanza dalla sua sparizione solo per smentire che la sua figura corrisponda a quella del fisico nippo-americano Dorian Nakamoto, su cui si erano concentrati i sospetti. Insomma, il mistero continua ancora oggi…  

Massimo Chioni