Thomas Cook: il fallimento dell’inventore dei tour operator

 Thomas Cook: il fallimento dell’inventore dei tour operator

Thomas Cook

Thomas Cook è stato l’inventore dei tour operator: la sua storia è tornata alla ribalta nelle scorse settimane, quando il tour operator che da lui ha preso il nome è fallito dopo una lunga storia che era iniziata addirittura nella prima metà del XIX secolo. Ma chi era questo Cook? Originario di Melbourne – la città inglese, non quella australiana – era nato nel novembre del 1808 in una famiglia di condizioni umili ed era stato cresciuto secondo un’educazione piuttosto rigida, ispirata ai principi della Chiesa Battista. A 14 anni aveva cominciato a lavorare, e 6 anni dopo aveva deciso di diventare predicatore; in seguito era entrato a far parte della Società di Temperanza, un gruppo che lottava a favore della moralizzazione dei costumi e che era motivato da valori religiosi.

Proibizionista, e non solo

Da quando era entrato nella Società di Temperanza, Cook aveva intrapreso una lotta decisamente appassionata contro l’alcolismo, che osteggiava e riteneva una delle piaghe peggiori che potessero colpire la società. Una delle caratteristiche dell’alcolismo, a quei tempi, era che a rimanerne vittima erano specialmente le persone più povere. Divenuto un accanito proibizionista, il giovane predicatore, che nel frattempo lavorava come tipografo per sopravvivere, aveva ben compreso che per sconfiggere l’alcolismo, o comunque tentare di ridurre il fenomeno, non era sufficiente usare le parole, ma occorreva distrarre le vittime di quella piaga, fare in modo che riuscissero a sfruttare il proprio tempo libero in maniera migliore. Fu questo l’inizio della storia dei tour operator.

Dall’alcol ai viaggi

Cook, infatti, aveva pensato bene di approfittare della presenza della ferrovia, che a quei tempi stava raggiungendo praticamente ogni regione della Gran Bretagna, per proporre alle classi indigenti un’attività ricreativa come il viaggio. Il debutto di questa nuova avventura andò in scena in estate, il 5 luglio del 1841, giorno in cui fu organizzata una gita da Leicester a Loughborough: la tratta sarebbe stata coperta in treno, e il costo di quella esperienza collettiva sarebbe stato di uno scellino.

Thomas Cook, il primo tour operator

Cook sin da quella prima volta si comportò come un vero e proprio tour operatore, occupandosi di ogni aspetto, dall’accoglienza alla distribuzione dei biglietti, senza dimenticare i pasti. Ovviamente una parte fondamentale del viaggio era rappresentata dalle omelie e dagli inni religiosi, con discorsi che avevano lo scopo di promuovere l’astinenza. Cook fu favorito, nel conseguimento dei propri obiettivi, dalla propria abilità in qualità di tipografo, che gli permise di stampare tantissimi volantini con i quali aveva promosso il viaggio, che si caratterizzava come un autentico pacchetto all inclusive ante litteram. Una strategia tutto compreso che, anche grazie al marketing, dimostrò di funzionare, visto che solo tra i seguaci della Società di Temperanza furono in quasi 600 a partecipare. Una novità assoluta in un contesto in cui erano solo i borghesi e i nobili a potersi permettere di viaggiare.

Lo sviluppo del business

Negli anni seguenti il business si sviluppò sempre di più: Cook era riuscito ad aprire un’agenzia e nel 1851 riuscì nell’impresa di portare a Londra qualcosa come 150mila persone, in corrispondenza della prima Grande Esposizione Universale che si tenne al Crystal Palace della capitale inglese. A quel punto era arrivato il momento di espandersi e di ampliare lo sguardo, proponendo non più solo itinerari inglesi, ma anche viaggi nel resto d’Europa. Viaggi che sarebbero dovuti risultare il più possibile accessibili e semplici, e questo era il motivo per il quale nessun dettaglio poteva essere trascurato dall’agenzia. Per esempio i prezzi dei soggiorni in albergo erano ridotti grazie agli accordi che Cook prendeva con le varie strutture ricettive, e lo stesso avveniva per i ristoranti. In più, vennero emesse delle particolari note circolari per mezzo delle quali non si era neppure costretti a cambiare valuta quando si andava all’estero.

La storia recente

Il 23 settembre del 2019, come probabilmente saprete, il tour operator Thomas Cook è stato costretto a dichiarare bancarotta. Di certo, tra le cause che hanno portato al suo fallimento c’è la concorrenza rappresentata dai siti web, che ormai permettono di organizzare ogni particolare di un viaggio in totale autonomia; ma un ruolo decisivo probabilmente è stato svolto anche dalle compagnie low cost. Nulla che il predicatore di Melbourne avrebbe potuto anche solo lontanamente immaginare. 

Massimo Chioni