Chi è Banksy? L’artista sconosciuto più conosciuto al mondo

 Chi è Banksy? L’artista sconosciuto più conosciuto al mondo

Banksy

L’artista sconosciuto più conosciuto del mondo è Banksy: per riuscire a identificarlo si sono scomodati addirittura i criminologi della Queen Mary University di Londra, che si sono serviti a questo scopo di una tecnica particolare denominata profilazione geografica. Il risultato emerso dalla loro ricerca è che dietro Banksy si nasconde il volto di Robin Gunningham, un artista di strada che risiede a Bristol. Ma in che cosa consiste di preciso la profilazione geografica? Si tratta, in pratica, di una tecnica di analisi statistica che viene ritenuta molto affidabile e che in criminologia viene sfruttata allo scopo di identificare i recidivi. Diversi critici hanno accettato la teoria che riconduce Banksy a Gunningham, e in più sembra che all’inizio della carriera Banksy fosse solito firmare le proprie opere come Robin Banx.

E se non fosse Robin?

Un’altra teoria piuttosto accreditata, invece, è quella che porta a Robert Del Naja, vale a dire il frontman dei Massive Attack, una band che propone soprattutto musica elettronica. Ad avanzare per primo questa tesi è stato il giornalista Craig Williams, che sostiene di aver trovato una correlazione tra i luoghi in cui apparivano i murales di Banksy e le città in cui i Massive Attack tenevano i propri concerti. Quello che è certo, e che non può essere oggetto di supposizioni o smentite, è che Banksy ha sempre fatto sapere di ispirarsi al graffitaro 3D, che ha avuto un ruolo di primo piano nella nascita dei Massive Attack. Ma un dettaglio di questo tipo può essere sufficiente per giungere all’identificazione con Del Naja?

La tecnica di Banksy

Al di là delle discussioni e dei dibattiti sull’identità di Banksy, è interessante scoprire qualcosa di più a proposito delle tecniche che lo street artist adotta per portare a termine le proprie opere. Non tutti sanno che egli non dipinge sui muri direttamente, ma esegue i propri lavori in studio basandosi su stencil stampati o disegnati a mano su cartoncini o fogli di acetato, che poi vengono ritagliati e assemblati. Tale strategia garantisce, come prevedibile, una maggiore rapidità di azione, e in sostanza permette a Banksy di risultare inafferrabile e di non poter essere scoperto. In passato, quando ancora non aveva messo a punto questa tecnica, i tempi dilatati necessari per i suoi lavori avevano fatto sì che spesso venisse sorpreso dalle forze dell’ordine.

Non solo pittore

Anche la scultura rientra tra le arti in cui Banksy si cimenta. The Drinker è una delle sue sculture più celebri, e presenta molte analogie con il Pensatore di Rodin, rispetto al quale si differenzia per la presenza di un segnale stradale in testa. La scultura è stata rubata nel 2004 con una gru mobile, che l’ha prelevata da una piazza di Londra senza che qualcuno se ne accorgesse. Questo è uno dei tanti paradossi dell’arte di Banksy, così come quello relativo al valore delle sue opere. Nel 2013, è stato lui stesso a mettere in vendita al prezzo di 60 euro alcune sue opere stampate, con l’intento di mettere alla berlina le bizzarre valutazioni imposte dal mercato dell’arte. Gli acquirenti ovviamente non erano ben consapevoli di cosa stessero davvero comprando, e si sono ritrovati in casa pezzi da almeno 20mila dollari.

Chi è davvero Banksy?

Writer e artista di origini britanniche, Banksy si è fatto conoscere e apprezzare per i suoi graffiti, che oggi hanno raggiunto un valore commerciale decisamente elevato. Esponente di quella che è stata definita arte pop, Banksy viene considerato da molti l’erede di Jean Michel Basquiat e Keith Haring; è opinione comune che per apprezzare fino in fondo la sua essenza sia indispensabile conoscere la sua storia. Una storia che affonda le radici a Bristol, città della Gran Bretagna in cui è nato. Qui, da giovane faceva parte della DryBreadZ Crew, una gang che gli è rimasta nel cuore. A Bristol, per altro, la street art non è un fenomeno sporadico, anzi: ci sono decine e decine di artisti di strada che lasciano la propria testimonianza sui muri della città.

Una storia che dura da più di 20 anni

La storia di Banksy dura ormai da oltre due decenni, visto che il suo primo grande murale è stato dipinto nel 1997: si chiamava The Mild Mild West e serviva a coprire una pubblicità. L’opera, situata nel quartiere di Stokes Croft, riproduce un orsacchiotto che getta contro tre agenti in tenuta anti-sommossa un cocktail molotov, a simboleggiare e raccontare le numerose rivolte che si sono succedute a Bristol nel Novecento. Ma in realtà tali rivolte sono proseguite anche dopo: nel 2011, per esempio, se ne è verificata una in segno di protesta contro l’apertura di un supermercato esattamente a Stokes Croft, e anche in quel caso Banksy si è esposto fornendo il poster della manifestazione. 

Massimo Chioni