Franca Viola e il NO che cambiò l’Italia

 Franca Viola e il NO che cambiò l’Italia

Franca Viola

Nel 1981, l’articolo 544 del Codice Penale recitava le seguenti parole: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530 (violenza carnale), il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”.

Ma un giorno, tutto cambiò grazie al coraggio di una ragazza di 17 anni, Franca Viola, che sfidò una famiglia mafiosa e la legge italiana, uscendone vincitrice e divenne il simbolo di tutte le donne italiane obbligate a sposare il loro stupratore.

Franca viola nacque ad Alcamo nel 1948 da una famiglia di coltivatori diretti. A soli 15 anni si fidanzò con Filippo Melodia, nipote di un mafioso, che venne arrestato pochi anni dopo per furto e appartenenza alla mafia. In quel momento il padre della ragazza decise di rompere il fidanzamento e, purtroppo, iniziarono minacce e intimidazioni: i vigneti furono distrutti e i fienili bruciati, la famiglia Viola fu colpita duramente dai mafiosi.

Nel 1965 Franca aveva 17 anni e fu rapita nella sua casa, insieme a suo fratello più piccolo, dai mafiosi Melodia e 12 complici: la casa fu devastata e la madre di Franca fu picchiata ripetutamente. La famiglia Melodia rapirono Franca Viola, la picchiarono e la violentarono duramente per 8 giorni consecutivi.

Franca Viola: la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore

Secondo il Codice Penale, fino al 1981, una persona colpevole di stupro poteva evitare la prigione se sposava la persona che aveva stuprato. L’intento della famiglia Melodia era il medesimo, il 1 Gennaio 1966, Bernardo Viola fu contattato per organizzare un incontro e accordarsi sul matrimonio della figlia, Franca Viola, con lo stupratore Filippo.

La famiglia Viola si mise d’accordo con la polizia e fecero finta di accettare il matrimonio riparatore per rivedere la figlia e scoprire dove era stata segregata. Il giorno seguente, la polizia fece irruzione nella casa e riuscirono a liberare la ragazza, mentre l’intera famiglia Melodia fu arrestata.

Il processo di Filippo Melodia 

Filippo Melodia fu processato a Trapani nel 1966 e la storia di Franca Viola divenne un caso mediatico, fu seguita da tutti i quotidiani italiani. Nonostante la condanna richiesta fu di 22 anni di carcere, gli avvocati di Filippo Melodia provarono a screditare la ragazza, affermando che era consenziente e utilizzando come prove i rapporti sessuali della coppia avvenuti prima del rapimento. 

Melodia fu condannato ad 11 anni di carcere, le usanze dell’epoca furono considerate un’attenuante. Franca Viola, invece, fu considerata un simbolo di emancipazione femminile e ispirò numerose donne negli anni seguenti. 

Cosa cambiò dopo la rinuncia di Viola al matrimonio riparatore

Le leggi sul delitto d’onore e sul matrimonio riparatore vennero abrogate nel 1981 con la legge n.442 del Codice Penale. Nel 1996, lo stupro divenne ufficialmente un reato contro la persona e non contro la morale. 

La storia di Viola ispirò il cinema e nel 1970 uscì “La moglie più bella” di Damiano Damiani, la sua foto apparve nei libri di storia. 

L’8 marzo 2014, in occasione della festa della donna, Franca Viola ha ricevuto l’onorificenza di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese“.

«Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori» – Franca Viola intervistata da Riccardo Vescovo

Fonte: Wikipedia

Stefania Spoltore