Chi è Greta Thunberg, l’adolescente paladina del clima e della sostenibilità

 Chi è Greta Thunberg, l’adolescente paladina del clima e della sostenibilità

Greta Thunberg

Chi è davvero Greta Thunberg? La ragazza scandinava nel corso degli ultimi mesi si è conquistata le copertine dei giornali di tutto il mondo per la sua lotta contro il cambiamento del clima: c’è addirittura chi l’ha candidata al Premio Nobel per la Pace, mentre Time l’ha inserita nel novero dei 25 adolescenti più influenti al mondo. Lei, con la sua faccia arrabbiata, ha fatto capolino nei più importanti meeting internazionali puntando il dito senza troppi giri di parole contro le istituzioni, gli imprenditori e i Capi di Stato, preoccupata per il surriscaldamento del pianeta.

La storia di Greta Thunberg

Come tutti i ragazzi svedesi, anche Greta ha ricevuto a scuola le prime informazioni a proposito delle conseguenze per l’ambiente innescate dalle emissioni di anidride carbonica e dall’inquinamento. Entrando a contatto con filmati e lezioni di approfondimento, la giovane rimane molto colpita da quello che sta succedendo nel mondo, molto più di quanto valga per i suoi compagni di classe. Così Greta, nata nel 2003, decide di impegnarsi per sensibilizzare una generazione intera – la sua – con l’obiettivo di salvare un pianeta malato, colpito in modo irreversibile dal riscaldamento globale. Comincia a studiare e a informarsi, si aggiorna e si avvicina sempre di più al tema, per poi rendersi conto del fatto che in tutto il mondo i governi sono piuttosto passivi, per non dire corresponsabili. Inizia a prendere forma l’idea dei Fridays for Future, manifestazioni finalizzate alla diffusione di comportamenti e politiche sostenibili. 

La lotta di una giovane scandinava

La ragazza svedese di accorge che i governi non rispettano mai gli accordi internazionali sul clima, e che a mano a mano che il tempo passa tutti i nuovi dati ufficiali che vengono forniti dall’Ipcc, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, tratteggia un quadro a tinte sempre più fosche. Anche se i sintomi di un disastro prossimo a verificarsi si palesano a tutte le latitudini, per Greta i mezzi di comunicazione non parlano del tema come e quanto dovrebbero, e nessun governante pare così preoccupato di ciò che potrebbe succedere.

La famiglia di Greta Thunberg

Gli oppositori del fenomeno Greta hanno spesso ipotizzato che la giovane sia manovrata da mamma e papà, che avrebbero approfittato del successo mediatico ottenuto dalla figlia per guadagnare un sacco di soldi. In effetti i genitori di Greta sono stati i suoi primi interlocutori su questo tema, e non si può escludere che abbiano avuto un ruolo di primo piano nell’incoraggiarla. Papà Thunberg è un attore, mentre la mamma è una cantante lirica: entrambi fanno parte del mondo dell’arte, in una famiglia che può essere considerata appartenente alla Stoccolma bene. I Thunberg, insomma, di soldi ne hanno.

Il pensiero di Greta Thunberg

Greta non ritiene di avere in tasca il segreto per risolvere il problema del surriscaldamento del pianeta, ma solo perché in realtà non c’è nessun segreto e la soluzione è già sotto gli occhi di tutti: a indicarla è stato l’Ipcc, e la comunità internazionale ha spesso firmato accordi basati su impegni ufficiali che hanno preso spunto da quanto consigliato dalla comunità scientifica: basti pensare all’accordo di Parigi 2015. In sintesi, per salvare la Terra è fondamentale diminuire le emissioni in atmosfera di anidride carbonica e contenere l’inquinamento che si produce. Il che vuol dire, in sostanza, smettere di usare i combustibili fossili e più in generale accantonare le pratiche ritenute non sostenibili dal punto di vista ecologico. 

Lo sciopero

La scintilla che ha fatto scoppiare l’impegno di Greta si accende nell’estate dello scorso anno, quando nelle foreste svedesi si verificano incendi dagli effetti a dir poco catastrofici, causati proprio dal riscaldamento globale. A quel punto l’adolescente scandinava pensa che protestare contro la politica sia più efficace che andare a scuola, e a partire dall’inizio dell’anno scolastico, che in Svezia comincia in agosto, tutte le mattine invece che recarsi in classe si siede di fronte al Parlamento e lì rimane fino all’ora in cui si concludono le lezioni a scuola. Con sé ha una tavola che riporta la scritta “Sciopero scolastico per il clima”: è l’inizio di un fenomeno mediatico la cui eco si propaga ancora oggi. Prendono vita, quindi, i Fridays for Future, dopo che Greta decide di andare a scuola tutti i giorni tranne il venerdì come atto di protesta. Dopo la stampa nazionale, anche quella internazionale inizia a parlare di quella strana ragazzina con le trecce. 

Massimo Chioni