SEO: guida pratica ad una scienza non esatta ma fondamentale per avere successo sul web

 SEO: guida pratica ad una scienza non esatta ma fondamentale per avere successo sul web

Seo

Beh, per darci questa risposta abbiamo discusso con Tommaso Calemme, il cui profilo pubblico è consultabile a questo indirizzo, che ci racconta la migliore e più soddisfacente versione possibile di cosa sia per lui la SEO e di come gli abbia cambiato la vita lavorativa, oltretutto di come l’abbia cambiata alle centinania di lettori che ogni giorno risparmiano e fanno affari grazie a uno dei suoi siti di punta: weBoot.

Veniamo quindi al dunque, cosa ci racconta Tommaso della SEO?

“SEO è l’acronimo di Search Engine Optimization, letteralmente l’ottimizzazione per i motori di ricerca; è una branca del web marketing mirata ad influenzare la visibilità dei risultati nei motori di ricerca senza sfruttare gli annunci in evidenza, dunque non a pagamento. La SEO comprende non solo gli aspetti tecnici ma anche quei percorsi creativi utili per migliorare il posizionamento, il traffico e la consapevolezza nei motori di ricerca.

La SEO ha molte sfaccettature, fanno parte di questo ambito non solo le parole chiave inserite sul tuo sito ma anche i suoi collegamenti sul web e la rete di relazioni virtuali che sarai in grado di costruire. La SEO non è solo costruire un sito web affinché sia ben posizionato all’interno di un motore di ricerca, dunque gradevole ad un software, ma comprende una serie di azione volte a rendere quel sito user-friendly, vale a dire migliore per gli utenti”.

Perché abbiamo scritto questa guida

La guida, tutto il post che leggete qui di seguito, a dire il vero non è redatto da noi ex-novo, ma è una traduzione e rivisitazione di una guida super nota facente parte del blog di uno dei colossi della SEO a livello mondiale, il blog di MOZ. La guida originale è reperibile a questo link e vi consigliamo vivamente di dargli un’occhiata, ammesso che il vostro inglese sia di buon livello.

In aggiunta, man mano che il mondo della SEO evolverà, integreremo la guida con nuovi spunti di riflessione e punti di vista.

Perché il tuo sito web ha bisogno della SEO?

Quasi tutto il traffico web relativo all’inbound è veicolato dai principali motori di ricerca, primo tra tutti Google. I motori di ricerca rappresentano le strade che portano gli utenti interessati ai servizi/prodotti che offri, verso il tuo sito. Tuttavia, potrebbero verificarsi situazioni in cui il tuo sito web, pur ricco di contenuti di valore, potrebbe non essere facilmente trovabile e analizzabile dagli spider (che sono i grandi software che scansionano la rete per i motori di ricerca).

Le query di ricerca (le parole che gli utenti digitano nella casella di ricerca) possono avere un enorme valore: l’esperienza ha infatti dimostrato come il traffico proveniente dai motori di ricerca possa rappresentare uno dei motivi alla base del successo di un’organizzazione. Il traffico mirato verso un sito web è il frutto di una buona strategia di marketing e un sapiente impiego pubblicitario che si riflettono direttamente sull’esposizione e le entrate. Per questi motivi investire sulla SEO può portare un alto tasso di rendimento rispetto ad altre strategie di marketing meno pratiche e più finalizzate alla brand awareness che alle conversioni.

I motori di ricerca sono intelligenti ma hanno comunque bisogno di aiuto. I principali sono costantemente al lavoro per scansionare quanto più profondamente possibile il web e offrire risultati migliori agli utenti. Una corretta SEO può portarti migliaia di visitatori ma una SEO sbagliata può nascondere o seppellire addirittura il tuo sito negli ultimi risultati delle SERP (acronimo di Search Engine Result Page), dove la visibilità è minima o addirittura nulla.

Il migliore posto dove nascondere un cadavere è la seconda pagina di Google.

È possibile metter su una strategia SEO da soli?

Il mondo SEO è complesso ma non impossibile da comprendere, dunque sì, è possibile impiantare una strategia SEO anche in autonomia, l’importante è che ne capisca le basi (tutto sommato è quello che vogliamo spiegarti in questa guida). Molti corsi di formazione SEO sono gratuiti e facilmente reperibili sul web, unendo questi ultimi con la guida che state leggendo sarai già ad un ottimo punto di partenza!

Tutto dipende da quanto tempo hai a disposizione, dalla volontà di imparare e dalla complessità del tuo sito web: una volta valutate tutte queste condizioni, potrai capire se hai bisogno necessariamente di un esperto o se puoi gestire il tutto da solo. Le imprese che praticano la SEO a livello professionale hanno diversi approcci: alcune sono molto rigide, altre invece sono più flessibili. In ogni caso, è sempre bene conoscerne le basi dell’ottimizzazione per i motori di ricerca così da poter affidare la propria azienda nelle mani della giusta Seo Agency.

Le funzioni dei motori di ricerca

I motori di ricerca hanno due funzioni fondamentali:

  • la scansione del web,
  • la creazione di un indice.

In questo modo riescono a rispondere alle domande degli utenti con una graduatoria di siti web, dai più rilevanti (e cliccati) a quelli meno.

Scansione e indicizzazione

Bisogna immaginare il Web come una linea della metropolitana, che attraversa tutta la città con diverse fermate. Ogni fermata rappresenta un documento (che può essere un file PDF, JPG o una pagina web fatta di testo e codice). I motori di ricerca necessitano di un modo per poter attraversare l’intera città, fermandosi ad ogni fermata senza dover perdere tempo nel cercare le vie d’uscita dalla stazione. Così devono essere i link all’interno del tuo sito web, chiari e diretti verso la risorsa a cui si voglia collegare l’utente una volta che vi abbia cliccato. Tutto deve essere facilmente trovabile, e se lo sarà per gli utenti lo sarà anche per i bot dei motori di ricerca (ecco, i bot dei motori di ricerca sono l’equivalente degli spider).

Questi ultimi riescono a raggiungere miliardi di documenti interconnessi sul web seguendo percorsi automatici o più semplicemente suggeriti. Le società che gestiscono i motori di ricerca hanno costruito grandi datacenter in tutto il mondo per poter realizzare questo monumentale strumento in grado di contenere miliardi di pagine che possono essere raggiunte in una frazione di secondo. Qualunque utente che faccia una ricerca sul web esige risultati quasi istantanei: anche un paio di secondi di attesa causano insoddisfazione, per questo i motori di ricerca sono sempre in costante aggiornamento per poter fornire risposte rapidissime e sempre più accurate ed inerenti all’intento di ricerca dell’utente (anche noto come search intent).

Fornire risposte

La domanda da porsi è: come fanno i motori di ricerca a capire la rilevanza o popolarità di un sito web, oltre che naturalmente la pertinenza?

Nei primi giorni di vita del web la rilevanza di un sito intesa come peso specifico del sito stesso rispetto a tutti gli altri, non contava molto, o meglio, non si sapeva ancora come usarla; con gli anni si è capito come abbinare i risultati alle domande degli utenti per ottenere le migliori risposte. Sono centinaia i fattori che incidono su questo parametro, ne vedremo alcuni in questo post, anche se, ricorda, non saremo mai certi di conoscerli tutti.

I motori di ricerca danno per scontato che il sito con il maggior numero di visualizzazioni contenga al suo interno le informazioni più rilevanti relative alla ricerca fatta, almeno così sembrava essere fino all’aggiornamento che prese il nome di Fred.

I due concetti basilari della popolarità e della pertinenza non possono essere determinati in modo manuale: vengono calcolati dai motori di ricerca con algoritmi in grado di separare la pertinenza e la popolarità.

Come avere più visualizzazioni

Gli algoritmi sembrano impenetrabili, ma Google, il più famoso motore di ricerca, offre una guida utile allo scopo:

  • creare le pagine pensando agli utenti e non ai motori di ricerca; è sbagliato anche tentare di ingannare gli utenti sottoponendo loro contenuti diversi rispetto a quelli visualizzati nelle SERP del motore di ricerca;
  • creare il sito con una gerarchia chiara e dei semplici link testuali, ogni pagina dovrebbe essere raggiungibile da un link testuale statico;
  • produrre un sito utile, ricco di informazioni, con pagine dai contenuti chiari ed accurati. Bisogna far attenzione ai tag <title> e agli attributi ALT delle immagini (per dirne una) che partecipano attivamente al processo di indicizzazione, entrambi devono essere sempre descrittivi e precisi;
  • un altro consiglio di Google è quello di usare parole chiave per creare descrizioni attraenti, creando così una URL human-friendly. Quest’ultima avvicinerà eventuali utenti e farà ottenere una buona posizione SEO al sito.

Come Google, anche Bing vuole fornirci una guida per utilizzare al meglio la SEO:

  • assegnare una parola chiave su cui la pagina verta che sia in linea con l’URL;
  • prestare attenzione a non posizionare il contenuto all’interno di un qualche rich media (con Adobe, il deprecato Flash, ecc).
  • creare contenuti con parole chiave corrispondenti a quelle che vengono utilizzate dagli utenti nella ricerca;
  • non inserire il testo che si vuole indicizzare dentro le immagini poiché non sarebbe riscontrato dagli spider.

Nonostante siano notevoli le informazioni fornite dagli stessi motori di ricerca al fine di rendere indicizzabili i propri siti web, non saremo mai certi di quali siano i fattori assolutamente rilevanti e in che rapporto gerarchico si trovino tra di loro. Gli stessi progettisti di Google affermano di non poter prevedere né comprendere a fondo quali siano le esatte dinamiche di posizionamento e di preferenza di un risultato rispetto ad un altro.

Come le persone interagiscono con i motori di ricerca

Uno degli elementi più importanti nella costruzione di una strategia di marketing online basata sulla SEO è l’empatia con il pubblico. Una volta compreso cosa cerca il tuo target ideale, sarà ancora più facile raggiungere gli utenti in modo efficace e proficuo. L’idea di base dovrebbe essere “Progettare per gli utenti, non per i motori di ricerca”.

Le ricerche più comuni degli utenti possono essere divise in tre sezioni:

  1. Fare”: le ricerche relative a delle azioni, voglio fare qualcosa (come ascoltare una canzone o comprare un biglietto aereo);
  2. Conoscere”: le ricerche di carattere informativo, cercare il nome di una band o di un ristorante;
  3. Andare”: le ricerche di navigazione, come andare su Facebook o altri social.

La domanda che dovresti porti è: una volta che un utente finisce sul mio sito, sarà soddisfatto di quello che avrà trovato?

Questa è la domanda a cui tentano di rispondere ogni giorno i motori di ricerca. La loro responsabilità primaria è restituire, alle ricerche dei loro utenti, i risultati più validi. Bisogna che ti chieda cosa cercano gli utenti del tuo specifico target e che ti assicuri poi di offrirglielo nel modo migliore e più diretto possibile.

Il vero potere dell’Inbound Marketing

La domanda che continua a rigirarti nel cervello è sicuramente perché spendere tempo, energie e risorse nella SEO. Se ancora non siamo riusciti a convincerti con questo post, ci affidiamo ai risultati di diversi studi che troverete sicuramente interessanti.

Dallo studio compiuto da comScore nel 2011 emerge come Google sia stato scelto dal 65% degli utenti per le ricerche, seguito da Yahoo! con il 17% e Microsoft con il 14% (nella realtà questi dati sono più alti a favore di Google e questo dislivello pare aumentare con il passare del tempo). Sono gli americani ad aver condotto ben 20,3 miliardi di ricerche in solo un mese: 13,4 miliardi di utenti hanno scelto Google, 3,3 miliardi ha scelto Yahoo! e solo 2,7 miliardi ha scelto Microsoft. E stiamo parlando del 2011, a distanza di altri anni ancora i volumi saranno cresciuti vertiginosamente, ancora e ancora.

Uno studio condotto dal Pew Internet nell’agosto del 2011 ha rivelato come, dal 2002, sia in costante aumento il numero delle persone che ogni giorno utilizzano i motori di ricerca. Con questo continuo incremento, le persone che usano tutti i giorni i motori di ricerca superano il 61% degli utenti che usano internet per le e-mail o per ammazzare il tempo in modi differenti, come giochi online o simili.

Dallo studio della StatCounter sappiamo l’invio del traffico dati dei più grandi motori di ricerca corrisponde a circa il 90.62% del traffico, veicolato soltanto da Google per quanto riguarda la parte occidentale del mondo. Non va dimenticato che paesi ad alta densità demografica e con una popolazione attiva sul web utilizzano strumenti come Baidu (stiamo parlando della Cina in particolare).

Gli occhi degli utenti sono abituati e cercano i risultati all’inizio della pagina, per questo è così importante avere un buon rendimento dal punto di vista della SEO, per potersi posizionare tra i primi risultati. La ricerca spinge una grande fetta dell’attività economica su scala mondiale, sia online che offline: essere tra i primi risultati non fornisce solo la maggior quantità di traffico, ma infonde anche fiducia nei consumatori (questo rimanda naturalmente alla percezione del brand che il pubblico ha), perché garantisce credibilità e importanza della società e del suo sito web.

Perché è necessario fare della ricerca online una parte della propria strategia di marketing

Un aspetto importante della SEO è rendere comprensibile il proprio sito web sia per gli utenti sia per i motori di ricerca. Questi ultimi, per quanto siano diventati sempre più sofisticati e intelligenti, ancora non sono in grado di interpretare una pagina web come farebbe una persona.

La SEO aiuta i motori di ricerca a capire di cosa tratta il sito e come può essere utile agli utenti. Contro la SEO spesso si sente dire che nessun ingegnere intelligente avrebbe mai elaborato un motore di ricerca che richiedesse ai siti web di seguire precise regole o principi per essere classificato o indicizzato, piuttosto si sarebbe dovuto realizzare un sistema in grado di analizzare qualunque architettura o codice.

Cercheremo di spiegarlo in modo ancora più semplice con un esempio. Immagina di aver postato online la foto del tuo gatto: un essere umano descriverebbe il gatto come “bianco, di medie dimensioni, di tale razza ecc”. Un motore di ricerca, anche il migliore al mondo, avrebbe difficoltà a comprendere la foto (ancora per poco, poiché l’interpretazione delle immagini è ormai all’ordine del giorno). Qui subentra la SEO, che permette di fornire indizi che i motori potrebbero usare per comprenderne il contenuto, veri e propri metadati. È fondamentale per la SEO aggiungere una struttura di contorno adeguata ai tuoi contenuti. Senza la SEO un sito web può essere invisibile ai motori di ricerca: per questo motivo è necessario comprendere i limiti e le abilità dei motori di ricerca per progettare correttamente il contesto e i contenuti, in modo che possano essere compresi e indicizzati dai motori di ricerca.

Assicurarsi che il contenuto venga visto

Una volta comprese le basi, bisogna “commercializzare” il sito web e passare all’azione. I motori di ricerca non hanno formule precise per misurare la qualità dei contenuti sul web, la tecnologia utilizzata misura i parametri di come fanno le persone e li rapporta al resto del web: scoprono, reagiscono, commentano e creano collegamenti (link).

Non basta costruire un sito web “perfetto” e ricco di contenuti, bisogna anche spingere sulla sua condivisione e sul rapporto e le relazioni che il sito stesso avrà con tutto l’ambiente digitale circostante. L’evoluzione della SEO va di pari passo all’evoluzione del web e di tutta la tecnologia: dal 2011 i social media sono entrati nelle strategie dell’ottimizzazione dei motori di ricerca, per questo motivo le strategie che venivano usate nel 2004 potrebbero risultare addirittura dannose per la SEO. I modi per intrecciare una fitta rete di relazioni sono in continuo mutamento e devono rispettare sempre di più una sorta di codice etico, simulando processi di crescita naturali. Il futuro è sempre incerto ma nel mondo della ricerca sul web (e non solo) il cambiamento è una costante. Perciò il search marketing resterà una priorità per coloro che desiderano essere competitivi sul web.

Gli errori del passato

I motori di ricerca sono limitati nella modalità in cui scansionano il Web e interpretano il suo contenuto. La stessa pagina web non sarà uguale vista da una persona e vista da un motore di ricerca. Di seguito ci concentreremo sugli aspetti specifici della costruzione e della modifica delle pagine web, in modo che siano strutturate al meglio sia per i motori di ricerca che per gli utenti.

Bisogna vedere il proprio sito web come viene visto da un qualsiasi motore di ricerca: molti siti web hanno problemi significativi con i contenuti realmente indicizzabili, usando strumenti come Lynx (un browser che nel passato è stato particolarmente caro agli esperti di SEO), è possibile vedere quali contenuti siano visibili e indicizzabili dai motori di ricerca e quali contenuti invece passino inosservati o non vengano affatto rilevati. Con l’ammissione mascherata e non da parte di Google riguardo l’esecuzione dei codici Javascript, questo strumento ha sicuramente perso di valore, ma conoscerlo non farà di certo male.

5 Motivi per cui una pagina non è ricercabile

  1. Moduli di accesso: se si chiede agli utenti di compilare un modulo online prima di accedere ai contenuti, è molto probabile che anche i motori di ricerca non saranno mai in grado di vedere quelle pagine protette. I moduli possono richiedere l’inserimento di una password o la partecipazione ad un sondaggio, in entrambi i casi i crawler non riusciranno ad andare in profondità e scoprire cosa vi sia oltre quel modulo d’inserimento, in questo modo qualunque link o contenuto che sia dietro un modulo sarà invisibile per i motori di ricerca.
  2. Collegamenti in JavaScript: se si usa JavaScript per i collegamenti, alcuni motori di ricerca potrebbero non visualizzare o dare poco peso ai link incorporati all’interno, c’è da dire che gli stessi spider hanno compiuto passi da gigante ed alcuni risolvono senza problema questo passaggio.
  3. Link che puntano a pagine bloccate dal meta tag robots o all’interno del robots.txt: in questi modi si concede o meno ai crawler l’accesso ad una pagina, o a porzioni intere del sito web.
  4. Frame o iframes: i collegamenti all’interno dei frame sono individuabili dai motori di ricerca, ma rappresentano comunque un serio problema in termini di scansione e inquadramento del focus della pagina analizzata.
  5. Link su pagine con centinaia o migliaia di altri link: i motori di ricerca, quando scansionano molti link su una determinata pagina, capiscono di trovarsi di fronte ad una probabile fonte di spam, le pagine che contengono molti link al loro interno corrono il rischio che questi link non vengano considerati o addirittura considerati come malevoli.

In questo processo di ricerca sono fondamentali le parole chiave. È su queste ultime che si basa tutta la scienza del recupero delle informazioni, su cui si fondano appunto i motori di ricerca. Sin dall’inizio della ricerca online, molte persone hanno cercato (con discreti risultati prima, invano ormai) di manipolare le parole chiave per ottenere una migliore e più rapida indicizzazione: la manipolazione consisteva nel riempire ogni URL, meta tag e link di parole chiave, oltre che nell’infittire i testi con keyword talvolta in chiaro talvolta nascoste tramite stilizzazioni html (è il classico esempio del testo bianco su sfondo bianco). In realtà questa pratica è risultata col tempo dannosa per il sito web, perché la moltitudine di parole chiave ha confuso i motori di ricerca, che non son più riusciti a distinguere quale tra queste sia la primaria. Per questo motivo è molto più utile concentrare ogni pagina su una singola parola chiave. Questa obsoleta pratica è definita tutt’ora keyword stuffing.

Consigli utili per ottenere una buona ottimizzazione On-page (di base)

  1. Inserire la parola chiave nel tag Title.
  2. La parola chiave dev’essere ben visibile all’inizio della pagina, possibilmente in una singola intestazione h1.
  3. La parola chiave dovrebbe essere inserita una o più volte all’interno del testo, specie se è un contenuto molto lungo, senza esagerare.
  4. Inserire l’attributo alt all’interno del codice di un’immagine, questo migliora la ricerca per immagini che è molto preziosa ai fini del traffico web.
  5. La parola chiave deve essere inserita almeno una volta nel meta tag description; quest’ultima non viene usata dai motori di ricerca per salire nelle SERP, ma per aumentare le visite degli utenti tramite coinvolgimento e inviti all’azione.

Come si articola un sito web

  • Il tag title

Il tag title è una parte molto importante della struttura del sito web, dev’essere accurato e conciso, in grado di far capire subito all’utente quale sia l’argomento della pagina. Il tag title ha una lunghezza standard, non si dovrebbero utilizzare più di 65-75 caratteri, perché questo numero di caratteri è il massimo che i motori di ricerca fanno apparire.

Spesso nel tag title si inserisce anche il brand dell’azienda ed il servizio offerto. È necessario che il tag title abbia una buona leggibilità e che sia d’impatto: è infatti il biglietto da visita con cui il tuo sito si presenta agli utenti, deve creare un legame empatico per attirarne il maggior numero possibile di click.

  • Meta description

La meta description è una componente di notevole importanza nell’ambito delle strategie di  search marketing, scrivere una descrizione dettagliata e capace di attirare eventuali utenti; a differenza dei tag title non hanno una lunghezza prestabilita, il motore di ricerca però ne farà visualizzare solo i primi 160 caratteri (è sempre quindi consigliabile restare entro questo range).

La meta description non è così in termini di consultazione da parte dei motori di ricerca: un tempo era così ma attualmente non ha una grande importanza per l’ottimizzazione dei motori rispetto invece al ruolo che ricopre nell’affidabilità trasmessa al lettore.

  • URL

Gli URL, gli indirizzi dei siti web o dei documenti (per capirci), sono di grande importanza nella ricerca: quest’importanza la si può comprendere già dalla loro posizione sulle SERP, esattamente sotto il Title. Visto che l’URL è visibile nel motore di ricerca è necessario che sia il più possibile in linea con l’azienda, che la connoti al 100%.

Ecco alcuni consigli utili per costruire un URL utile:

  1. più corto è meglio: invece di inserire un URL lungo, che magari risulta difficile da leggere all’interno di una mail o nella stessa barra degli indirizzi, è meglio ridurlo al minimo, in questo modo anche tutte le pagine di secondo livello saranno più leggibili e copiabili per inviarle e fruirne facilmente;
  2. le parole chiave sono importanti, ma non bisogna abusarne: se la pagina parla di un argomento specifico bisogna inserirlo nell’URL, è questo il caso exact-match domain o partial-match domain;
  3. le URL migliori sono quelle leggibili, senza numeri se possibile. All’interno di una URL anche dei singoli parametri dinamici possono essere causa di bassa indicizzazione, è il caso dei permalink autogenerati che non godano di una riscrittura SEO-friendly.
  4. Contenuti duplicati

I contenuti duplicati sono una delle piaghe del web. Negli ultimi anni le problematiche sui contenuti duplicati si sono acuite; una delle soluzioni per ovviare a questo problema è l’utilizzo di URL canoniche: questa pratica consiste nell’organizzare i contenuti di un sito web in modo tale che ogni parte abbia un’unica e sola URL di riferimento e “ufficiale”, e quando questa venga duplicata per inattenzione nello sviluppo o altre questioni, sia possibile ricondurla ad un contenuto principale. Combinare insieme più pagine che hanno un ottimo potenziale fa sì che queste pagine smettano di essere in competizione nella gerarchia dei risultati e concentrino tutto il loro potenziale in un’unica pagina: questo avrà un ottimo impatto nella sua classificazione all’interno dei motori di ricerca. Bisogna evitare il fenomeno di cannibalizazione della SERP.

  • Rich Snippets

I Rich Snippet sono un tipo di dati strutturati, che permettono ai webmaster di segnare contenuti in modo da fornire informazioni utili ai motori di ricerca. Anche se il loro uso non è indispensabile per i motori di ricerca, il fatto che vengano frequentemente utilizzati testimonia la loro utilità in alcune circostanze. Gli Structured data sono dunque atti ad aumentare i dati riguardanti il contenuto per facilitarne l’individuazione e la catalogazione da parte dei motori di ricerca.

Il comportamento degli utenti

I motori di ricerca sono alla costante ricerca di miglioramento per fornire i migliori risultati possibili ai loro utenti. Anche se il concetto di migliore potrebbe essere soggettivo, i motori di ricerca hanno le idee chiare sulla tipologia di pagine che soddisfano le ricerche degli utenti. Questi siti facilmente identificabili dai motori di ricerca hanno molte cose in comune:

  1. sono facilmente navigabili e comprensibili, semplici da usare;
  2. forniscono informazioni rilevanti per la ricerca effettuata;
  3. sono progettati da professionisti e sono compatibili con i browser moderni;
  4. forniscono dati e contenuti credibili.

Le variabili che incidono sulla posizione gerarchica nei risultati di ricerca sono numerose: link interni ed esterni, parole chiave, architettura dell’informazione. Per comprendere quanto un sito web abbia successo, i motori di ricerca prendono in considerazione le metriche di coinvolgimento degli utenti come il bounce rate, il tempo di permanenza e il numero di pagine viste per utente. Questi dati offrono un segno tangibile della qualità del sito web e dell’interesse che suscita negli utenti, che i motori di ricerca tendono ad interpretare come un segnale di qualità superiore e non immediatamente valutabile come può essere la qualità e quantità dei link in ingresso.

Ma come si migliorano questi parametri? Solo creando contenuti accattivanti si riuscirà ad attirare a sé un utente e a far sì che resti sul nostro sito web affamato di informazioni. La maggior parte delle ricerche online viene effettuata per trovare, imparare, risolvere, acquistare, riparare, trattare, o capire qualcosa. Sta a te dunque utilizzare la giusta creatività, una scrittura di buon livello, immagini e file multimediali per realizzare contenuti degni di nota che sappiano attirare gli utenti.

La popolarità, cosa è davvero

Dalla fine del 1990 i motori di ricerca hanno usato i link in entrata come coefficiente di popolarità ed importanza. La domanda che bisogna porsi è: come fanno i motori di ricerca a capire il valore di un link? Non ci è dato conoscere la risposta specifica, ma grazie agli studi effettuati possiamo fare delle ipotesi plausibili:

  • Popolarità globale: più è importante il sito, più sono importanti i suoi collegamenti; ad esempio un sito come Wikipedia ha una serie infinita di collegamenti che rimandano alle sue pagine, provenienti da altri siti web, questo perché è un sito affidabile ed estremamente popolare.
  • Popolarità locale e specifica: il concetto di popolarità locale indica come i link all’interno di una specifica community, dunque provenienti dallo stesso settore, siano più importanti rispetto a siti off-topic. Se il sito vende borse, un link proveniente da Michael Kors sarà più importante rispetto ad collegamento proveniente da un sito di auto.
  • Anchor text: è uno degli strumenti più utili per la classificazione dei link in entrata o uscita; se decine di link puntano ad una stessa pagina, utilizzando keyword altamente descrittive del contenuto, la pagina avrà un’ottima probabilità di uscire tra i primi risultati nei motori di ricerca per le keyword utilizzate come ancore.
  • Social network: negli ultimi anni sono nate e aumentate le condivisioni social, su Facebook, Twitter e Google+. Per quanto i collegamenti provenienti da queste fonti non abbiamo alcun valore diretto in termini di posizionamento, è indubbio che forniscano il giusto apporto alla veicolazione dei contenuti sul web, sia in modo diretto tramite la pubblicazione di riferimenti che rimandino al sito, sia in modo indiretto tramite l’aumentare della popolarità del brand e il conseguente aumento di citazioni.

La Link Building

Creare collegamenti è una vera e propria operazione di marketing o volendo essere più raffinati di Digital PR: per questo, il primo passo è stabilire degli obiettivi. La link building è un’attività estremamente difficile da condurre ma facilmente misurabile in termini di resa: i motori di ricerca riescono a pesare internamente ogni link con precisi parametri, ma per noi, dall’esterno, è impossibile accedere a queste informazioni in modo preciso, dunque dobbiamo procedere per esperienza. Questa pratica si basa su una serie di segnali per aiutare a costruire una scala di valutazione volta a capire il reale valore di un link. Se i parametri che ci aiutano a valutare l’andamento di un sito web (traffico e conversioni) non sono soggetti ad aumento dopo una campagna di link building, è possibile che la strategia non sia stata proficua, anzi dovremmo stare bene attenti da futuri coinvolgimenti in termini di penalizzazioni per esser stati colpevoli di pratiche scorrette.

Punti strategici della Link Building:

  1. collegarsi coi clienti: se hai dei partner con cui lavori abitualmente, puoi inserire, sul loro sito web, il link verso il tuo; questo tipo di link, generalmente detto sitewide, deve però rispettare caratteristiche precise per non destare sospetti;
  2. creare un blog aziendale: è molto utile creare un blog che rappresenti una vera e propria risorsa preziosa, carico di informazioni e anche interessante da leggere, questo spingerà le persone a consultare più spesso il tuo sito e magari intercetterà del traffico anche non strettamente allineato al tuo brand che in questo modo avrà la possibilità di affermarsi;
  3. creare contenuti utili alla condivisione: è necessario che si creino contenuti validi, solo in questo modo si favorisce la condivisione e, di conseguenza, si aumentano i link in entrata, talvolta pur non attivandosi per riceverne;

Sitemap

Una buona pratica SEO si avvale di moltissimi strumenti, molti dei quali vengono forniti dagli stessi motori di ricerca. Queste risorse gratuite forniscono informazioni utili allo scambio di informazioni con i motori di ricerca.

Una mappa del sito potrebbe aiutare i motori di ricerca a trovare e classificare i contenuti sul tuo sito, contenuti che magari, senza una precisa “segnaletica” non potrebbero essere trovati. Le sitemap, appunto, possono mettere in evidenza diverse tipologie di contenuti, video, immagini, notizie ecc; ma attenzione, avere una sitemap non vuol dire concedersi il lusso di nascondere pagine importanti qui e lì, lo scraping del motore di ricerca dovrebbe poter funzionare alla perfezione anche senza ulteriori indicazioni da parte nostra.

Alcune osservazioni

Se si può misurare, si può migliorare. Questa grande massima può essere applicata anche alla SEO. Anche se ogni sito web è un mondo a sé stante, per l’ottimizzazione nei motori di ricerca è necessario tenere presente alcuni dati precisi e universali per ogni sito web:

  • il conteggio delle visite: bisogna tener conto della navigazione diretta, del traffico proveniente da referral e del traffico di ricerca oltre che di differenti altre segmentazioni di minore importanza, fatta eccezione per il social che può essere presente o meno ma non descrivere la qualità SEO di un sito web;
  • è molto probabile che alcuni sforzi fatti sulla SEO saranno ugualmente utili su un motore di ricerca rispetto ad un altro: ad esempio, le tattiche di ottimizzazione on-page sono essenziali sia per Bing che per Yahoo che infine per Google;
  • le visite indirizzate dai motori di ricerca attraverso specifiche frasi o keyword usate: abbiamo ribadito più volte l’importanza delle keyword ma non sarà mai abbastanza, una corretta e pertinente keyword posizionata è in grado di far salire il vostro sito nella gerarchia dei risultati dei motori di ricerca, fare keyword research non vuol dire soltanto individuare le keyword con il traffico migliore ma saperle attentamente selezionare in base alle aspettative e alle reali possibilità economiche che si abbiano;
  • sapere quante pagine ricevono visite: conoscere il numero e la tipologia di traffico in ingresso oltre che le statistiche di comportamento degli utenti di queste pagine è importante per poter conoscere quanto sia utile la strategia SEO che si sta adoperando.

Ma non basterà solo conoscere i numeri: bisogna anche saper interpretare i dati ed estrapolare da questi ultimi ciò che realmente ci serve.

Google Analytics, il software fornito gratuitamente da Google per tracciare il traffico ed interpretarlo è una vera bomba ma utilizzarlo al 100% delle sue potenzialità richiede una profonda applicazione e quasi vorrebbe una laurea focalizzata. Per questo ti rimandiamo alle guide ufficiali e alla speranza che tutto questo preludio alla SEO ti abbia interessato e incuriosito.

Massimo Chioni