Millennials

Chi sono i Millennials

Quando sui media vengono proposte le analisi generazionali un tanto al chilo, è raro che non si faccia riferimento ai Millennials. Il problema è che nella maggior parte dei casi essi vengono chiamati in causa a sproposito, sbagliando letteralmente la mira. Sì, perché a differenza di quel che si è portati a pensare i Millennials non sono quelli nati dal Duemila in poi, ma coloro che sono nati dagli anni Ottanta in avanti. A volte si parla anche di Generazione Y, in contrapposizione alla Generazione X che li ha preceduti e alla generazione Z che li ha seguiti: per essere chiari, comunque, i Millennials sono i ragazzi che hanno raggiunto la maggiore età dal 2000 in avanti. In pratica, chi oggi ha tra i 19 e i 37 anni. 

I Millennials nel nostro Paese

In Italia, stando a questa classificazione, ci sono 11 milioni e 200mila Millennials: pochi, se si pensa che in tutto il mondo si arriva a 2 miliardi e 300 milioni. Più numerosi rispetto ai componenti della Generazione X, cioè i nati dal 1965 al 1980, i membri della Generazione Y sono iperconnessi, aperti al cambiamento e caratterizzati da una forte autostima. Si tratta di una generazione che è immersa nel contesto della comunicazione e che è stata allevata sulla base di un metodo educativo neo-liberale e tecnologico, eredità delle trasformazioni che sono andare in scena negli anni Sessanta.

Caratteristiche dei Millennials

La flessibilità e la curiosità sono i tratti distintivi dei Millennials, che fanno parte di una generazione globale in grado di risolvere i problemi percorrendo varie strade e che non ha paura del cambiamento. La condivisione è il principio cardine della loro filosofia, e non deve essere un caso che l’era in cui stiamo vivendo sia quella della sharing economy; il loro approccio alla vita, invece, è basato su una forte volontà di realizzarsi a livello personale. Per definire la Generazione Y si è soliti ricorrere a 3 C, quelle di Confident, open to Charge e Connected. Confident in inglese vuol dire sicuro, proprio a sottolineare il desiderio di emergere dei Millennials e la fiducia che essi nutrono in sé stessi. Open to Charge, invece, indica l’apertura al cambiamento, mentre Connected – è quasi superfluo sottolinearlo – pone in risalto l’essere connessi non solo in Rete ma più in generale con il mondo.

Pregi e difetti dei Millennials

Partendo dal presupposto che non ha mai molto senso riunire sotto uno stesso ombrello centinaia di milioni di persone che hanno background culturali, storie familiari e possibilità economiche differenti, vale la pena di provare a esaminare la reputazione che i Millennials si sono costruiti, a volte loro malgrado. Il settimanale Time, per esempio, li ha definiti come narcisisti, superficiali e pigri, concentrati solo su sé stessi. Un dato oggettivo e che non può essere confutato, invece, riguarda il fatto che la Generazione Y è la prima ad aver dovuto fare i conti con la Grande Recessione che è andata in scena dal 2007 al 2010, e per questo ha vissuto un contesto lavorativo piuttosto complicato che si è tradotto in elevati livelli di disoccupazione.  

Massimo Chioni