Recupero dipendenze: che cos’è il craving e come si combatte

 Recupero dipendenze: che cos’è il craving e come si combatte

craving

Il desiderio urgente di mettere in atto un comportamento di dipendenza, come avviene nel gioco d’azzardo, o di assumere una sostanza da cui si è dipendenti prende il nome di craving. Si tratta di una necessità impellente e che non può essere rinviata: è la ragione principale per cui, per esempio, a volte si fa fatica a restare distanti dalla cocaina. Ecco perché è molto importante essere consapevoli delle migliori strategie che si possano adottare per gestire il craving. Il primo consiglio è quello di tenere un diario del craving: così si ha a disposizione una preziosa risorsa grazie a cui si monitora il modo in cui si sperimenta tale desiderio.

Come si manifesta il craving

È indispensabile, infatti, definire le varie forme attraverso le quali si presenta il craving, e per questo occorre sapere distinguere i segnali non solo dal punto di vista fisico, ma anche sul piano emotivo e a livello mentale. Il diario del craving serve a prendere nota, per esempio, del momento in cui il desiderio è comparso, di quanto è durato, di quanto è stato intenso, di quali circostanze ed emozioni ne hanno favorito la comparsa. Dopodiché il diario potrà essere rivisto insieme agli esperti del Centro Recupero Dipendenze San Nicola, un punto di riferimento per chiunque combatta contro una dipendenza.

La tecnica del surf

La tecnica del surf è una soluzione diversa, ma non per questo meno efficace, su cui ci si può basare per scoprire come il craving si presenta. In pratica, il desiderio di assumere la sostanza o di mettere in atto il comportamento patologico viene paragonato a un’onda che all’inizio è potente e alta, ma che poi diminuisce con il trascorrere del tempo fino a sparire del tutto. Il soggetto è chiamato a concentrarsi su quello che succede nel suo corpo quando il desiderio si manifesta, e non deve tentare di respingere le sensazioni che riconosce.

I pro e i contro della tecnica del surf

La tecnica del surf non dovrebbe essere messa in pratica se si è da soli: si tratta, infatti, di un approccio che è meglio sperimentare solo nel contesto di una terapia, in modo che risulti più semplice far fronte alle possibili difficoltà che ne scaturiscono. Agendo in autonomia, invece, c’è il rischio di non riuscire a resistere alle sensazioni a cui ci si abbandona, specialmente nei primi tempi.

Il senso di fallimento correlato al craving

Nel momento in cui il craving si presenta, può accadere che i soggetti interessati avvertano una sensazione di fallimento rispetto all’iter di recupero che hanno intrapreso. In sostanza la presenza del craving viene scambiata come la dimostrazione del fatto che il recupero non sta avvenendo. Tuttavia, non si può pensare che il recupero dalla dipendenza non comporti degli ostacoli: insomma, non è una strada piatta, ma è normale che ci siano delle difficoltà. Tentare di celare i pensieri riguardanti la sostanza da cui si è attratti è rischioso, così come non è funzionale tenere per sé queste sensazioni. I gruppi di auto mutuo aiuto servono anche in questo caso, soprattutto perché permettono di scoprire in che modo altre persone fanno fronte a un disagio simile.

Che cosa si può fare per reagire al craving

Resta da capire quale sia il miglior approccio da adottare nel momento in cui il craving si manifesta. Ebbene, il consiglio principale è quello di fare qualcosa di attivo, in modo che la mente possa essere distratta dai pensieri da cui è invasa e che le energie – sia fisiche che psicologiche – possano essere dirette in senso costruttivo e funzionale. Occorre dedicarsi ad attività che siano utili e fruttuose, dunque.

Massimo Chioni