Edith Bruck, scrittrice e poetessa testimone dalla Shoah

 Edith Bruck, scrittrice e poetessa testimone dalla Shoah

Edith Bruck

Chi è Edith Bruck, scrittrice, sceneggiatrice e regista, testimone della Shoah. Sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ancora oggi racconta alla società il suo passato tanto doloroso quanto complicato. 

La scrittrice possiede un patrimonio culturale enorme, che permette alla società odierna di non dimenticare quello che è successo nel passato e quali sono gli errori da non commettere nuovamente. 

Edith Bruck ha ricevuto notevoli premi e inviti presso prestigiosi eventi italiani e internazionali, tutti dedicati al suo lavoro e al ricordo degli anni bui e tristi della guerra. In questo articolo vedremo nel dettaglio qual è la storia della scrittrice Bruck e quali sono gli eventi che più hanno segnato il suo percorso professionale e di vita.

Chi è Edith Bruck, grande scrittrice che è sopravvissuta alla Shoah

Edith Steinschreiber, in arte Edith Bruck, è nata nel 1932 a Tiszabercel, un piccolo villaggio ungherese da una famiglia ebraica composta da altri 5 fratelli e i genitori. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944 viene prelevata dai militari del Regno d’Ungheria, allora alleato con la Germania Nazista e deportata ad Auschwitz e nel corso dei mesi viene trasferita in diversi campi di concentramento tedeschi. La madre e uno dei suoi fratelli persero la vita appena trasferiti al campo, mentre Edith e la sorella Adele sono state trasferite nei lager in Baviera e successivamente a Christianstadt, in Polonia. Solo nell’aprile del 1945 vennero liberate dalle truppe anglo-canadesi. 

Subito dopo la loro liberazione, le sorelle Steinschreiber cercarono di raggiungere in fretta l’Ungheria e nel dicembre del ‘45 riuscirono ad arrivare a Budapest, allora occupata dai sovietici. Edith riuscì a ricongiunsi nuovamente con la sorella Margo e i suoi fratelli, pronti a dare la brutta notizia riguardo la morte del padre.

Durante gli anni successivi la guerra, Edith si trasferisce in Cecoslovacchia e sposa un giovane ungherese. Nel ‘48 divorzia e qualche anno dopo si sposa altre due volte prima di tornare in Europa nel ‘52, con l’intenzione di raggiungere la sorella in Argentina.

In tutti questi anni, Edith Bruck svolge numerosi lavori come la sarta, la modella, la ballerina, la cuoca e dipendente in un salone di bellezza a Roma. Proprio durante il suo periodo romano, entra nell’ambiente culturale che stravolge totalmente la sua vita.

Edith Bruck e la sua notevole carriera

Subito dopo essere entrata in contatto con il confusionario, vivace e ampio ambiente culturale romano, Edith Bruck conosce il poeta e regista Nelo Risi, un professionista milanese con alle spalle un grande impegno letterario e civile. Questo nuovo duo formatosi tra i locali intellettuali di Roma, iniziarono a frequentare grandi scrittori del tempo, come Montale, Primo Levi, Ungaretti, Vittorini e così via. Ma non solo, tra i notevoli professionisti che hanno conosciuto la futura scrittrice, ci sono stati anche due grandi registi: Pontecorvo e Monicelli, che hanno permesso a Edith Bruck di svolgere la sua prima esperienza come consulente sul set di Kapò.

In questi anni, la Bruck decise di riprendere in mano il suo racconto sull’esperienza nei lager, in lingua italiana. Pubblica il suo primo libro “Chi ti ama così” nel 1959, in cui è presente tutta la sua storia fino alla partenza da Israele. Una trama forte, che da voce per la prima volta a tutti i suoi pensieri e i suoi dolori raccontati in una lingua nuova e fino a pochi anni prima sconosciuta. Seguono, negli anni successivi, altri importanti racconti come “Andremo in Città”, una trama ripresa nell’omonimo film uscito nel 1966. 

Pur continuando a scrivere racconti, Bruck iniziò a collaborare con grandi testate giornalistiche come il Messaggero, il Corriere della Sera, il Tempo e così via. Alla scrittura narrativa inizia ad affiancare anche la scrittura teatrale con sceneggiature pubblicate dal 1970 in poi, come “Mara,Maria,Marianna” (1974) e “Per il tuo bene” (1975).

A partire dagli anni ‘70, la carriera della Bruck subisce una notevole svolta con l’inizio della trentennale collaborazione assieme alla RAI e con il suo primo esordio in regia cinematografica con il film “Improvviso” (1979), “Un altare per la madre” (1986) e “Lettera alla madre” (1988). 

In tutti questi anni di crescita professionale e di vita, Edith Bruck non dimentica mai le sue origini e la sua storia, si fa testimone della Shoah e attraverso la sua produzione letteraria racconta con le sue parole, ancora oggi, tutte le esperienze negative passate nei campi di concentramento. 

Il dovere di raccontare il passato e i premi ottenuti negli anni

Tutta la società odierna conosce l’importanza di saper ricordare un momento storico globale così buio quanto doloroso, per questo motivo il ruolo di testimone pesa fortemente sulle spalle di Edith Bruck. La sua figura riesce a far rivivere, anche a chi non ha mai vissuto in un contesto così orribile, tutti gli eventi disastrosi che milioni di persone hanno dovuto subire a causa della Seconda Guerra Mondiale. 

La testimonianza della Bruck è stata diffusa negli anni all’interno delle scuole, durante gli eventi, nei libri e attraverso grandi premi, come il Premio di Viareggio, ottenuto per il romanzo “Quanta stella c’è nel cielo”, che descrive attraverso le parole i difficili anni post-guerra dell’Europa e la ferita ancora aperta che il nazismo ha provocato a tante popolazioni. 

Negli ultimi anni, Edith Bruck ha vissuto un altro grande dolore, la morte del suo compagno di vita Nelo Risi, che nel 2015 si è lasciato vincere da una lunga malattia che la scrittrice racconta nel suo libro “La rondine sul termosifone”, pubblicato due anni dopo la morte del suo grande amore.

Poco prima della pandemia, nel 2018 e 2019, Edith Bruck riceve la laurea honoris causa in Informazione, dall’Università di Roma Tre e partecipa alla celebrazione per la Giornata della Memoria assieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, celebrata da tutto il Quirinale per il grande patrimonio storico che negli anni ha trasmesso alla popolazione italiana. 

Infine, nel maggio del 2021, Edith Bruck vince il premio letterario più prestigioso, il Premio Acqui Storia, consegnato dal sindaco del Comune di Acqui Terme e dall’assessora alla Cultura Cinzia Montelli. Il premio è destinato alle personalità che nel corso della loro vita sono state testimoni diretti di eventi storici e vicende di grande portata storica e culturale.

Stefania Spoltore